Premessa

 

Cos’è l’impronta ecologica CIDSE?

L’ ‘Impronta ecologica della CIDSE’ offre la possibilità ai membri della rete CIDSE di valutare e attenuare l’impatto ambientale delle loro attività. Da molti anni il segretariato (CIDSE) e molte organizzazioni membre portano avanti una riflessione sugli effetti che il loro lavoro comporta per l’ambiente. L’Impronta ecologica CIDSE rappresenta un passo fondamentale per raccogliere e illustrare le preziose esperienze compiute dalla rete. Ci mostra a che punto siamo come rete e come possiamo progredire. In linea con i nostri sforzi per rendere la CIDSE una vera e propria rete di apprendimento, l’Impronta Ecologica CIDSE è concepita per facilitare lo scambio di conoscenze e di esperienze, oltre che per incoraggiare contaminazioni positive all’interno della nostra rete. Ci auspichiamo che questo documento possa supportare attivamente la nostra rete nel mettere in pratica il nostro impegno ecologico. Speriamo possa anche aiutarci a proseguire la nostra riflessione, permettendo di interrogarci e sfidare noi stessi e le nostre organizzazioni a compiere passi concreti per minimizzare il nostro impatto ambientale.

Il lavoro della CIDSE sull’impatto ecologico è un processo dinamico che continuerà a svilupparsi e ad evolvere in seno alla rete. In questo senso, il presente documento è un punto di partenza, un primo passo comune. Il formato online ci permetterà di passare in rassegna le esperienze compiute, aggiungere o aggiornare le storie, i risultati, le buone pratiche e le risorse messe in campo dai membri CIDSE e, in una seconda fase, dai nostri partner e alleati. Speriamo possa essere una solida base per proseguire la nostra riflessione, discutere e condividere le modalità per ridurre ulteriormente il nostro impatto ecologico.

Perché lo abbiamo sviluppato?

Come rete, siamo impegnati per un cambiamento profondo che ponga fine alla povertà e alle diseguaglianze, sfidando l’ingiustizia sistemica, le ineguaglianze, la distruzione della natura… anche grazie alla promozione di alternative eque ed ecosostenibili. Ciò si riflette nel lavoro quotidiano che portiamo avanti sulla giustizia climatica, sui sistemi energetici e alimentari, sulle normative societarie e di diritto alla terra… ambiti in cui ci appelliamo ai governi e al mondo delle imprese perché cessino di arrecare danni alla nostra casacomune, alla nostra salute e al nostro futuro. Attraverso il lavoro che portiamo avanti con i nostri membri, partner e alleati abbiamo una visione diretta ed esaustiva dei drammatici e devastanti effetti sociali e ambientali della nostra economia e del nostro stile di vita, i quali  sfruttano eccessivamente le risorse a disposizione. Nel nostro quotidiano e in tutto ciò che facciamo come rete, siamo chiamati ad agire in modo da essere responsabili per il clima e per l’ambiente.

In un momento in cui gli appelli per un’urgente trasformazione verso un mondo equo e sostenibile si fanno sentire sempre di più, abbiamo bisogno di azioni coraggiose, ambizione e immediate a vari livelli. I crescenti effetti tangibili del cambiamento climatico sulla nostra vita quotidiana, e soprattutto sulle categorie più vulnerabili, ci ricordano che dobbiamo agire. Con l’adozione dell’accordo di Parigi nel 2015, i paesi hanno deciso di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C e di proseguire negli sforzi per limitare il riscaldamento globale all’ 1.5°C. Tuttavia, le riduzioni delle emissioni, così come fissate dagli impegni di riduzione di emissioni nazionale (NDC) nei vari paesi, non saranno sufficienti per ottenere il risultato auspicato e per intraprendere il percorso verso una società a basse emissioni di anidride carbonica. Se da un lato continuiamo a chiedere ai responsabili politici di fornire soluzioni chiare e puntuali e mentre continuiamo le mobilitazioni, il sostegno e la richiesta di una transizione equa verso un futuro più vivibile e sostenibile, dall’altro riconosciamo che insieme possediamo le chiavi per attuare il cambiamento di cui abbiamo bisogno e per ridurre le nostre emissioni di anidride carbonica. Il cambiamento climatico richiede una modifica radicale e profonda degli attuali modelli di produzione e consumo, spingendoci a rendere più sostenibile il nostro modello lavorativo.

I cambiamenti che intendiamo portare avanti e che porteranno a un mondo equo e sostenibile, non potranno attuarsi se non ci impegneremo anche noi in prima persona. Esistono buone pratiche che, come individui, comunità e organizzazioni possiamo adottare per creare il tipo di mondo che vogliamo. Le nostre azioni possono essere semi di una nuova vita e spingere i responsabili politici a passare dalle parole ai fatti.

Come CIDSE siamo convinti che questo cambiamento debba avvenire anche a livello di organizzazioni e di rete. L’obiettivo di lavorare sulla valutazione e la riduzione dell’impatto ambientale della nostra rete è pienamente inserito nel nostro attuale Quadro strategico Strategic Framework e nel nostro Piano Operativo. Nell’ambito della priorità ‘il cambiamento parte da noi’, stiamo lavorando per creare le condizioni strutturali che contribuiranno ad attuare un cambiamento sistemico. Sempre all’interno di questa priorità, oltre alle trasformazioni che chiediamo per un mondo equo e sostenibile, intendiamo anche guardare a come operiamo nella nostra rete e all’impatto ambientale del nostro lavoro. Dobbiamo appropriarci del cambiamento se vogliamo vedere e compiere noi stessi una trasformazione. Questo richiede di valutare le nostre pratiche in base al loro impatto ecologico e sforzarci di ridurre ulteriormente l’impronta ecologica  collettiva.

Il lavoro sull’impronta ecologica è ben radicato anche sui principi e valori della Dottrina Sociale dellaChiesa. Nell’enciclica ‘Laudato Si’, Papa Francesco ha auspicato una conversione ecologica che implicasse una trasformazione profonda verso uno stile di vita più sostenibile ed un imperativo morale per rispondere ” al grido della Terra e dei poveri” nelle nostre azioni quotidiane. Per l’intera famiglia CIDSE, l’enciclica del Papa è stata un’ispirazione che ci ha portati a considerare il nostro impatto ambientale come organizzazione e a cambiare marcia lungo il nostro percorso.

 

A chi si rivolge? 

L’impronta ecologica della CIDSE sarà diffusa in due fasi. in un primo momento porteremo avanti una riflessione interna con i membri CIDSE e il segretariato. La scelta di limitare il campo d’azione iniziale ci permetterebbe di continuare a raccogliere le esperienze dei membri CIDSE e sviluppare ulteriormente questo strumento. Tuttavia, in futuro, intendiamo allargarla anche agli alleati e partners della rete CIDSE.

Nei prossimi mesi, il segretariato utilizzerà una serie di opportunità (sia online che offline) per condividere questo percorso. Crediamo che la condivisione e il dibattito sulle modalità per ridurre ulteriormente la nostra impronta ecologica  non sia qualcosa da fare da soli, ma dovrebbe essere parte di un dialogo permanente con i nostri membri, partner e alleati sia nel Nord globale che nel Sud globale.

 

Come utilizzarla? 

L’impronta ecologica CIDSE è stata concepita in modo da poter essere utilizzata in vari modi, oltre che persoddisfare le diverse esigenze dei membri CIDSE in termini di supporto nel proseguire il lavoro sulla loro impronta ecologica.

  • potete unirvi ai festeggiamenti per i risultati ottenuti dagli altri membri CIDSE nel ridurre il loro impatto ambientale;
  • potete leggere i loro racconti su quando, perché e come hanno iniziato a lavorare per ridurre la loro impronta ecologica e sui traguardi raggiunti; negli ultimi anni abbiamo osservato come la condivisione delle proprie esperienze sia fonte di ispirazione per incoraggiare il cambiamento: speriamo di continuare e accelerare questo processo.

Grazie alle preziose esperienze portate avanti dalla rete, ‘l’Impronta ecologica della CIDSE’ contiene anche molte idee su come proseguire a lavorare sulle impronte ecologiche, tra cui:

  • lezioni tratte dall’esperienza di alcuni membri CIDSE su come valutare l’impronta ecologica della propria organizzazione e come inserire questo tipo di lavoro all’interno della stessa;
  • pratiche virtuose sviluppate da membri CIDSE per ridurre l’impronta ecologica durante i loro viaggi, negli uffici, ed in altre attività come eventi o workshop;
  • domande per la rete CIDSE per proseguire il dibattito e la riflessione su questo tema;
  • una sezione risorse contenente i link a vari documenti redatti dai membri CIDSE riguardo l’impronta ecologica.

Volete condividere l’esperienza della vostra organizzazione riguardo il lavoro portato avanti sull’impronta ecologica? o risorse o informazioni supplementari? Contattateci! Giorgio Gotra [gotra(at)cidse.org] o Nicky Broeckhoven [broeckhoven(at)cidse.org] 

L’esperienza dei membri del cidse in materia di impronta ecologica

Molti membri CIDSE hanno intrapreso una riflessione circa la propria impronta ecologicha e stili di vita sostenibili gia’ da diversi anni: la presente sezione mostra parte dell’incredibile lavoro già in atto all’interno della rete. Nei prossimi paragrafi, numerosi membri condivideranno la loro esperienza in materia di riduzione della propria impronta ecologica. Ci racconteranno di quando, come e perché hanno iniziato il loro impegno, descrivendo come ci sono riusciti e mettendo in luce i risultati principali ottenuti.

La maggior parte dei percorsi evidenziano una vasta gamma di approcci utili per lavorare sulla valutazione e sulla riduzione dell’impronta ecologica: ne deriva cheari punti di partenza sono possibili e non esiste un metodo univoco per occuparsi di impronte ecologiche e sostenibilità all’interno di un’organizzazione. Molto dipende dalle dimensioni dell’organizzazione, dalle sue risorse (personale, tempistiche e budget), nonché dal grado di impegno e di supporto (a diversi livelli).

I percorsi dei membri dimostrano, inoltre, che il lavoro svolto in ambito di impronta ecologica non avviene in un processo perfettamente lineare e che occorre del tempo per mettere tutti d’accordo. Alcuni membri hanno iniziato a considerare l’impatto ambientale del proprio lavoro e delle proprie attività circa dieci anni fa. Tuttavia, ciò non significa che tali iniziative siano sempre state costanti. Numerosi membri riferiscono come l’impegno sulla propria impronta ecologica abbia subito fluttuazioni: talvolta vi sono stati progressi, altre volte hanno vissuto una fase di stallo.

L’impegno in ambito di riduzione dell’ impronta ecologica all’interno della rete ha già prodotto molti risultati concreti:iversi membri del CIDSE hanno ora messo in atto linee guida o politiche di sostenibilità. Alcuni hanno istituito, o sono in procinto di istituire, un team o un gruppo di lavoro ad hoc che consenta loro di concentrarsi sulle politiche “green”. Numerosi hanno fissato degli obiettivi e sono riusciti a ridurre in modo sostanziale le emissioni in settori come quello dei viaggi o delle attività legate all’ufficio. È importante riconoscere e celebrare tali risultati, poiché la rete CIDSE continui a riflettere, discutere e condividere metodi per ridurre ulteriormente le nostre impronte ecologiche.  

Broederlijk Delen ha istituito un gruppo di lavoro interno sulla “politica verde” nel 2010, nell’ambito della definizione della propria responsabilità sociale d’impresa. Il gruppo di lavoro ha avuto i suoi alti e bassi, dal momento che raramente costituiva una priorità per i partecipanti, ma a poco a poco la “politica verde” è cresciuta. Sono state messe in atto alcune politiche e i dipendenti sono divenuti sempre più consapevoli del detto “pratica ciò che predichi”. La direzione ha sostenuto il gruppo di lavoro sin dall’inizio, facilitando le attività e le nuove politiche. Abbiamo lavorato su una vasta gamma di tematiche e ottenuto risultati significativi in campo di “alimenti sostenibili” e “viaggi nazionali”. Attività come lunch talk o pasti in cui ciascun partecipante apporta una pietanza vegetariana, i cosiddetti potluck, sono state molto apprezzate dal personale. A partire dal 2019, ci siamo concentrati annualmente su 2 o 3 specifici settori “politici” Nel 2019, abbiamo approfondito temi quali “consumo di energia”, “viaggi internazionali” e “comunicazione”. Nel 2020, abbiamo deciso si approfondire le tematiche di”cibo sostenibile” e “disinvestimento”. Siamo consapevoli delle crescenti sfide climatiche globalicosi’ come la necessita’ di  ulteriorie cambiamenti, maggiori di quelli messi in atto dalle organizzazioni abbia potuto fare negli ultimi dieci anni. Questa consapevolezza è un punto di partenzachiave per i nostri piani futuri.

Per saperne di più sui nostri risultati principali, clicca qui

CAFOD ha lavorato per decenni sulle questioni relative all’ambiente ed ai cambiamenti climatici, siaattraverso l’impegnonei programmi internazionali che all’interno della comunità cattolica in Inghilterra e Galles. Abbiamo toccato con mano gli impatti devastanti dei cambiamenti climatici e della distruzione ambientale sui nostri partner e abbiamo visto come la comunità cattolica si sia mobilitata per cambiare se stessa e prendere in mano la situazione.

Traendo ispirazione da Laudato Si’, ci siamo impegnati ad amplificare”il grido della terra e il grido dei poveri” in ogni nostra iniziativa. Questo e’ presente anche nel nostro quadro strategico 2020-30 Our Common Home, il quale pone l’accento sull’impegnoper “una conversione ecologica capace di trasformarci”. Tra le misure della nostra conversione ecologica, CAFOD “mettera’ in pratica una miglioregestione ambientale, cercando di raggiungere il netto delle emissionientro il 2030”. Questa strategia verra’ implementata anche ell’ambito dei nostri programma internazionali, per i quali ci impegniamo a seguire un approccio ecologico integrale.

La politica ambientale dell’organizzazione è stata aggiornatacon la nostra nuova strategia ed è guidata da un Gruppo di lavoro ad hoc sulla Gestione ambientale. Grazie a questo ci impegniamo sia a proteggere l’ambiente, riducendo gli impatti ambientali negativi in tutte le nostre operazioni e attività, che a rigenerare l’ambiente stesso. La relazione annuale 2019/20 avrà una sezione sulla gestione ambientale e inizieremo a pubblicare la nostra impronta ecologicaa partire dal 2020/21.

Per saperne di più su alcuni dei nostri risultati, clicca qui

L’ambiente e l’ecologia sono sempre stati temi importanti all’interno della nostra organizzazione, soprattutto nell’ambito dei programmi all’estero, dove, negli ultimi anni, ha prevalso il sostegno a gruppi di agricoltori su piccola scala, e soprattutto nell’ambito dell’agroecologia. Ma perché lavorare su queste tematiche con partner all’estero e non qui in Belgio? Tale incoerenza non poteva più essere giustificata. Ecco perché abbiamo iniziato a considerare l’agroecologia qui in Europa, promuovendo migliori politiche pubbliche e, conseguentemente, osservando la nostra impronta ecologica. Difatti, abbiamo ritenuto che dovremmo dare l’esempio ai nostri partner all’estero, nonché alle parti interessate, sia esterne che interne. Nel 2015 circa, abbiamo anche redatto la nostra “Politique de Développement durable” (Politica di sviluppo sostenibile). Inoltre, il nostro principale finanziatore istituzionale, il Ministero belga della cooperazione allo sviluppo, si è dimostrato entusiasta delle ONG a sostegno di una tale politica. Il nostro impegno ambientale è incrementato quando abbiamo richiesto ed ottenuto un’apposita certificazioneecologica (Label Entreprise Ecodynamique) emessa dalla Regione di Bruxelles nel 2015 e, nuovamente, nel 2019. Avere una politica scritta sullo sviluppo sostenibile in atto e ricevere una certificazione ambientale ha permesso di incrementare la motivazione del personale, dei volontari e dei donatori, dimostrando chiaramente, allo stesso tempo, il nostro impegno per le cause ambientali.

Per saperne di più sui nostri risultati principali, clicca qui

In eRko, nel nostro piccolo, proviamo a fare qualcosa ogni giorno. Un esempio sono i viaggi coi mezzi pubblici, la riduzione del numero di automobili usate per partecipare a riunioni o incontri, la promozione de i viaggi in treno o ancora il car-sharing. Quando ospitiamo persone o organizziamo seminari e workshop, acquistiamo cibo e bevande in negozi ecologicamente responsabili. Quando possibile e sensato da un punto di vista logistico, promuoviamo il trasporto ferroviario, piuttosto che gli spostamenti in aereo o automobile (ad esempio, incontri con alcuni partner in Austria). Sfortunatamente, al momento siamo sprovvisti di politiche chiare atte a ridurre sistematicamente la nostra impronta ecologica.

FEC lavora sulla sostenibilità e sulla riduzione della propria impronta ecologica dal 2011, grazie pricipalmente ad una serie di campagne sugli stili di vita sostenibili. Tuttavia, non ci occupiamo ancora dell’impronta ecologica a livello di organizzazione in maniera sistemica. Attualmente, non abbiamo alcuna politica o procedura ufficiale al riguardo. Ciononostante, seguiamo alcune pratiche di sostenibilità all’interno della nostra organizzazione per ridurre la nostra impronta ecologica. CIDSE ci ha motivato ad iniziare a occuparci di tali aspetti. Dopo aver analizzato la situazione in Portogallo e presso i nostri partner locali, abbiamo concluso come la sostenibilità fosse direttamente correlata alla nostra missione. Abbiamo quindi iniziato a lavorare regolarmente su questi temi con scuole, attraverso campagne, partner locali, produttori, piccoli agricoltori e politici (locali, nazionali ed europei). Ora, la corrente di lavoro “stili di vita sostenibili” è uno dei principali assi del piano strategico FEC per il periodo 2017-2021.

Per saperne di più su alcuni dei nostri risultati, clicca qui

All’interno della nostra organizzazione, una maggiore sensibilità su questo tema è stata sviluppata principalmente grazie alla pubblicazione dell’Enciclica di Papa Francesco sull’ecologia (integrale) – Laudato Si’, nel 2015. Il lavoro dietro l’organizzazione di numerosi pellegrinaggi “climatici” nazionali e internazionali ha contribuito a rafforzare il messaggio dell’enciclica. Un altro fattore che ha svolto un ruolo chiave in tale processo è stato l’impegno personale del nostro staff. In tal senso, un esempio concreto e recente di come mantenere ‘viva’ la consapevolezza su questi argomenti è stato il rientro dei nostri giovani giovani volontari dal campo estivo “Change for the Planet, Care for the People” (Cambiare il pianeta, prendersi cura delle persone), organizzato da CAFOD nel Regno Unito nell’agosto 2019. Una volta rientrati , grazie alla loro esperienza presso il campo di sei giorni, i nostri giovani colleghi hanno condiviso con il resto del team la necessità per FOCSIVdi confrontarsi circa la propria impronta ecologica, osservando il nostro uso di plastica usa e getta, il modo in cui impostiamo i nostri sistemi di riscaldamento, la mobilità dello staff, la gestione del budget,… Dunque, sebbene non abbiamo ancora adottato politiche di sostenibilità, siamo consapevoli dell’importanza che tale argomento riveste.  

Per la rete KOO, questo processo è iniziato realmente nel 2015. All’epoca, la Conferenza episcopale austriaca emise una dichiarazione circa la protezione climatica in cui vennero stabiliti tre obiettivi per la Chiesa cattolica austriaca, tra cui lo sviluppo di (1) protezione del clima piani di attuazione di strategie energetiche, (2) precise norme ecologiche-sociali in riferimento agli appalti progettuali e (3) linee guida sulla sostenibilità in tutte le diocesi. Poiché le linee guida sulla sostenibilità erano già in fase di sviluppo in diverse diocesi, per KOO non avrebbe avuto senso elaborare le proprie per le organizzazioni gia’ attive nella mondo della chiesa e in ambito di aiuti internazionali allo sviluppo. Pertanto, KOO decise di redigere preciseLinee guida sulla Protezione del clima che avrebbero permesso di integrare quelle preesistenti nelle proprie operazioni, selezionando e includendo gli aspetti chiave rilevanti per la loro rete. Sulla base di tali linee guida, venne chiesto alle organizzazioni della rete di scegliere almeno tre punti sui quali si sarebbero dimostrati  intenzionati a lavorare nel corso di un anno. Inizialmente, alcune delle organizzazioni più piccole manifestarono qualche preoccupazione, poiché non avevano la capacità necessaria per lanciare una tale attività. Tuttavia, si sono rese presto conto che stavano già facendo molto in questo senso e che alcune azioni potevano essere realizzate facilmente. Alcune delle organizzazioni più grandi invece hanno già in atto le proprie linee guida in materia di sostenibilità.  

Per oltre 60 anni, MISEREOR è stata coinvolta in progetti di sviluppo internazionale, tra cui la protezione dell’ambiente e attività economiche sostenibili, in modo da consentire alle generazioni future di poter continuare a vivere sul nostro pianeta. Sin dall’inizio, MISEREOR ha invitato numerosissime persone, tra cui anche  politicitedeschi a riflettere  e ridurre il proprio consumo di risorse. Allo stesso modo, MISEREOR pone per sé gli stessi quesiti. Per l’organizzazione, il bilancio sostenibile è una priorità assoluta. Per tale motivo, MISEREOR ha adottato una politica di approvvigionamento sostenibile e dispone di una gestione ambientale ad hoc, in conformità con l’Eco-Management and Audit Scheme (EMAS) dell’UE, il quale comprende anche una verifica esterna. Il nostro obiettivo è  diridurre le emissioni di CO2 provocate dalle attività di MISEREOR e compensare tutte le emissioni rimanenti attraverso il fondo di compensazione della Chiesa Klima-Kollekte. Incorporando criteri ambientali nella cooperazione allo sviluppo, la missione cristiana di preservare la creazione acquisisce anche una dimensione internazionale e globale nel nostro lavoro. Coinvolgere i partner dei nostri progetti a livello internazionale e quelli commerciali a livello regionale e/o nazionale mira a creare una coscienza collettiva circa la sostenibilita’. Attraverso il proprio sistema di gestione ambientale, MISEREOR si pone l’obiettivo di stabilire la propria credibilità e servire da modello per altri gruppi e istituzioni nella Chiesa e nella società. Seguendo l’esempio dell’organizzazione i propri dipendenti stanno dando anche loro l’esempio di come contribuire a uno stile di vita più sostenibile.

Trócaire reagisce alle conseguenze dei cambiamenti climatici nei paesi più poveri del mondo da oltre un decennio. Sosteniamo le comunità affinché possano rimettersi in sesto quando vengono colpite da disastri climatici e aumentare la loro resilienza di fronte a cambiamenti climatici futuri. Siamo, inoltre, promotori di campagne livello nazionale e internazionale, volte a sensibilizzare ed incoraggiare azioni di contrasto al cambio climatico in Irlanda. Abbiamo attuato una serie di iniziative per ridurre l’impronta eoclogica a livello di organizzazione. La nostra più recente iniziativa – GLAS (Irish for Green) è iniziata nel 2016. Abbiamo creato un gruppo di lavoro e sosteniamo tale l’iniziativa dal Gruppo Esecutivo dell’organizzazione. Ogni anno, raccogliamo, a partire da tutti i nostri uffici, dati sulle emissioni di anidride carbonica legate a viaggi aerei e stradali, nonché all’uso di carta ed energia. A partire dal 2017, abbiamo fissato obiettivi di riduzione annuali delle nostre emissioni. Le politiche GLAS sono integrate nei processi annuali di pianificazione e bilancio dell’organizzazione, al fine di garantire la riduzione delle emissioni e facendo sì che la cura del nostro ambiente sia al centro tutte le nostre attività.

Per saperne di più su alcuni dei nostri risultati, clicca qui

Presso il segretariato CIDSE (con sede a Bruxelles), sviluppare e attuare politiche atte a valutare e ridurre la propria impronta ecologica è stato un processo progressivo, iniziato oltre 10 anni fa. Nel corso degli anni, abbiamo principalmente osservato l’impatto ecologicodei nostri viaggi di lavoro, i quali costituiscono gran parte delle nostre emissioni, l’impatto delle attività quotidiane in ufficio tra cui l’elettricità, il consumo di acqua e di carta, oltre che a considerare l’impatto ambientale degli eventi che organizziamo o ospitiamo. In tale processo, vi sono state molte fasi informali (attraverso incontri e discussioni), ma anche altre momenti piu’ formali. Dal 2010, abbiamo infatti messo in atto politiche riguardanti il cibo, l’edificio, i viaggi ed il materiale informatico. Nel 2016, le attività riguardanti la nostra impronta ecologica sono state integrate nel Quadro strategico e nel Piano operativo. Ciò ha offerto un chiaro mandato per continuare i lavori di valutazione e riduzione del nostro impatto ambientale in modo più coerente, includendo la creazione di spazi per la condivisione e l’apprendimento tra i membri, nonché il monitoraggio e la valutazione dei progressi ottenuti fino ad oggi. Inoltre, questo ha portato all’adozione di una strategia di ufficio sostenibile, nonché di una politica di sostenibilità aggiornata e capace di coprire vari settori(tra cui viaggi, ufficio e attività). Questo processo è stato anche possibile grazie alla contribuzione dei membri e dello staff del segretariato.

Vuoi condividere l’esperienza della tua organizzazione circa la riduzione dell’impronta ecologica? Faccelo sapere! Giorgio Gotra [gotra(at)cidse.org] o Nicky Broeckhoven [broeckhoven(at)cidse.org]

L'esperienza cidse nel valutare & integrare un'impronta ecologica

All’interno della rete CIDSE, sentiamo il reale bisogno di considerare e riflettere sull’impatto ambientale delle nostre attività, nonché di metterci alla prova per ridurre ulteriormente la nostra impronta ecologica e, di conseguenza, contribuire a contrastare le conseguenze delil riscaldamento globale. La sezione precedente ha evidenziato l’incredibile lavoro già svolto dai membri del CIDSE e dal Segretariato:ciò ha generato una grande quantità di informazioni che offrono preziose lezioni per proseguire il lavoro sulla riduzione dell’ impronta ecologica. Questo ci ha permesso di raccogliere numerose pratiche virtuose riguardanti varie aree, tra cui viaggi, prassi ed attività legate all’ufficio. L’esperienza dei membri ci ha anche permesso di identificare i fattori che si sono rivelati cruciali, seppur impegnativi, nell’integrare con successo le attività sull’impronta ecologica all’interno di un’organizzazione o di una rete.

Poiché “misurare è sapere”, l’esperienza della rete CIDSE dimostra che un primo passo fondamentale nella valutazione dell’impronta ecologica è sapere dove si colloca la propria organizzazione. Per tale motivo, inizieremo condividendo alcune delle esperienze dei membri nel valutare la propria impronta ecologica, evidenziando alcuni passaggi importanti in tale processo. Tuttavia, misurare e stabilire obiettivi di riduzione, costituisce una sola parte del processo. L’esperienza dei membri ha inoltre dimostrato che esistono diversi fattori che possono esercitare un’ influenza su un’organizzazione capace di raggiungere con successo gli obiettivi e i traguardi prefissati. Tali fattori, discussi nella sezione II, includono l’inserimento della riflessione circa l’impronta ecologica all’interno di un contesto organizzativo più ampio ed il sostegno a diversi livelli nell’organizzazione. 

L’ESPERIENZA DEI MEMBRI NELLA VALUTAZIONE DELLA PROPRIA IMPRONTA ECOLOGICA 

Ridurre la propria impronta ecologica in quanto organizzazione richiede una valutazione del proprio impatto ambientale corrente. I membri CIDSE lo hanno fatto in vari modi. Nonostante i diversi sistemi utilizzati nella rete per valutare le impronte ecologiche e le diverse “fasi” in cui si trovano i membri, vi sono stati dei passaggi cruciali in tale processo. Tra questi: valutare l’impatto ambientale delle attività svolte dalla propria organizzazione, dare priorità a determinate aree su cui concentrarsi , nonché identificare e stabilire obiettivi e modalità per ridurre ulteriormente la propria impronta ecologica. Tuttavia, valutare la propria impronta ecologica non è un processo lineare. Alcuni membri sottolineano la necessità d’identificare coerentemente le aree da migliorare.  

VALUTARE L’IMPATTO 

Per valutare lo stato attuale del proprio impatto ambientale come organizzazione, è necessario effettuare un’analisi e una valutazione degli aspetti ambientali connessi alle proprie attività. A tal fine, alcuni membri hanno condotto un audit ambientale e/o hanno assunto un consulente che potesse aiutarli a creare sistemi di misurazione e valutazione. Altri invece hanno sviluppato i propri sistemi interni e, ove possibile, hanno utilizzato strumenti e strutture di misurazione online esistenti. Molto è dipeso dalle risorse e dalle capacità disponibili all’interno delle singole organizzazioni.

Alcune delle sfide che i membri CIDSE hanno dovuto affrontare per valutare l’impatto includevano problemi relativi alla raccolta e acquisizione dei dati (ad esempio, assenza dei dati necessari, lacune nei dati o problemi di accesso e memorizzazione dei dati) e la sottovalutazione delle risorse e dei requisiti temporali coinvolti nell’accesso ai dati e nel completamento delle valutazioni. Un buon esempio del primo punto consiste nel lavorare coi calcolatori online disponibili per valutare l’impatto ambientale dei propri viaggi. Per il calcolo delle emissioni di CO2 dei viaggi aerei, ad esempio, sussistono ancora molte incertezze relative al fattore per il quale le emissioni effettive devono essere moltiplicate per avere un’idea realistica dell’impatto sul clima nella sua interezza.  

DARE PRIORITÀ ALLE AREE DI IMPATTO 

Una volta valutata la propria situazione in quanto organizzazione, alcuni membri CIDSE hanno quindi identificato determinate aree di impatto a cui dare priorità nel loro lavoro sulla propria impronta ecologica come organizzazione. Si consiglia di basare tale definizione delle priorità sia sulla pertinenza ambientale (bassa, media, alta) delle aree di attività di un’organizzazione, sia sulle opportunità di cambiamento (basse, medie, alte).

La valutazione dell’impronta ecologica dell’organizzazione ha rivelato come, per molti membri , i viaggi siano la principale fonte di emissioni di CO2 (si veda anche la sezione “buone pratiche”), aspetto che la rende un’area molto importante su cui concentrarsi. Tuttavia, per diversi motivi, questa non è un’area in cui è possibile apportare facilmente delle modifiche. A causa della pandemia di COVID-19, diversi adattamenti a breve termine (ad esempio, il passaggio al lavoro online) ci hanno permesso di evitare numerosi viaggi. Tuttavia, tali soluzioni non sono tutte a lungo termine e i viaggi rimarranno importanti per alcune delle nostre attività. Alcuni membri CIDSE, ad esempio, hanno sottolineato nelle proprie politiche ambientali come, sebbene i viaggi internazionali rappresentino gran parte delle loro emissioni di CO2, non è sempre possibile ridurli ulteriormente, a causa dei propri mandati in quanto organizzazione. Questo aspetto merita di essere ulteriormente discusso in modo più olistico, tenendo conto delle numerose esigenze e degli obiettivi del nostro lavoro.

Inoltre, le aree che generano il maggiore impatto ambientale potrebbero non essere sempre quelle in cui è possibile effettuare riduzioni a breve termine. I membri CIDSE sostengono che combinare fasi ambiziose a più lungo termine con risultati immediati a breve termine è importante per fornire la visibilità e il consenso necessari per raggiungere obiettivi ambiziosi a più lungo termine (si veda la sezione II).  

ALCUNI ESEMPI CONCRETI DA PARTE DEI MEMBRI: 

BROEDERLIJK DELEN ha identificato diverse aree su cui lavorare. Ogni anno, vengono identificate tre aree del proprio piano d’azione “Politica verde” per migliorare ulteriormente. Per il 2019, queste sono state la comunicazione (interna ed esterna), i viaggi (aerei) e l’utilizzo di energia elettrica. Per il 2020, stanno considerano il cibo, gli investimenti/i disinvestimenti da energie fossili e gli edifici (tra cui il “buen vivir” al lavoro) (Gruppo di lavoro sulla Politica verde – Metodo di lavoro e pianificazione 2018-2021).  

Sulla base della prima fase del proprio audit ambientale, MISEREOR ha identificato i viaggi di lavoro internazionali e non europei, nonché la produzione di materiali, come candidati idonei in termini di rilevanza ambientale e opportunità di cambiamento. In futuro, tuttavia, il loro team ambientale ha identificato opportunità e necessità di agire in ambito di viaggi, eventi, riscaldamento e appalti europei. Anche la produzione di materiali resta all’ordine del giorno (Programma ambientale Misereor 2019-2021).  

TRÓCAIRE,  inizialmente, ha identificato le seguenti aree su cui concentrarsi: viaggi internazionali e nazionali, stampa interna ed esterna. Successivamente, sono stati aggiunti energia e rifiuti (TOR, Iniziativa Glas, marzo 2016).  

FISSARE OBIETTIVI E TRAGUARDI

Oltre a valutare e dare priorità alle principali aree di impatto, si consiglia anche di fissare obiettivi concreti come organizzazione. Diversi membri CIDSE stanno attualmente cercando il modo migliore per stabilire i propri obiettivi di riduzione. La loro esperienza dimostra che esistono numerosi modi per farlo. Uno di questi può essere semplicemente quello di fissare un obiettivo (interno), anche se questo non si basa su parametro prettamente scientifico. Questo è stato il consiglio che un membro CIDSEha ricevuto dal proprio consulente ambientale. Il ragionamento di base è che è sempre bene avere qualcosa su cui lavorare e su cui concentrare il proprio lavoro. Potresti superare l’obiettivo, potresti non raggiungerlo, ma in ogni caso si sta facendo in modo che le menti delle persone si concentrino su quell’obiettivo di riduzione. Un altro metodo è quello di basarsi su obiettivi di riduzione concordati a livello internazionale. Alcuni membri cercano di modellare i loro obiettivi di riduzione annuali di base sull’attuazione degli obiettivi dell’accordo di Parigi, ovvero -40% di emissioni entro il 2020, -60% entro il 2030, zero emissioni (nette) dal 2050 in poi.   

INTEGRARE UNA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ E DELL’IMPRONTA ECOLOGICA NELLA PROPRIA ORGANIZZAZIONE 

Quando si inizia a lavorare per ridurre la propria impronta ecologica come organizzazione, spesso è importante iniziare semplicemente attraverso piccoli passi che possono essere intrapresi facilmente ma che sono visibili e possono essere comunicati (e celebrati) all’interno dell’organizzazione. Ciò può creare la motivazione necessaria per andare avanti e adottare altre misure per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. Come ha affermato un membro del CIDSE “cerchiamo di fare qualcosa ogni giorno”.

Tuttavia, integrare davvero il lavoro sulla valutazione dell’impronta ecologica nelle strutture organizzative presenta chiari vantaggi, soprattutto quando si tratta di intensificare gli sforzi. I membri CIDSE stanno esplorando diversi modi per far sì che questo accada. Le loro esperienze mostrano che esistono diversi fattori che possono avere una grande influenza sul successo di un’organizzazione nel raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi fissati. Tra questi:  

  1. integrare il lavoro sull’ impronta ecologica negli strumenti strategici e di pianificazione della propria organizzazione;
  2. disporre di risorse dedicate (sia in termini di budget, che di personale);
  3. garantire che vi sia un ampio supporto all’interno della propria organizzazione;
  4. comunicare all’esterno le attività sulla propria impronta ecologica;
  5. condividere le esperienze con altri partner, organizzazioni e reti. 

Per saperne di più su ciascuno dei fattori sopra indicati, cliccare sugli elementi dell’immagine sottostante

Sharing Communication Support Base Resources <!--Embedding--> Framework

Pratiche virtuose

La presente sezione mostra alcune delle pratiche virtuose in materia di impronta ecologica che si verificano all’interno della rete CIDSE. Ovviamente, le stesse non sono esaustive, seppur offrendo una buona immagine delle diverse opzioni che i membri CIDSE prendono in considerazione quando lavorano sull’impatto ambientale della loro organizzazione. Alcune di queste pratiche sono già in atto, mentre altre costituiscono ancora un’aspirazione. Al momento, la sezione rappresenta una raccolta di buone pratiche provenienti da Broederlijk Delen, Entraide & Fraternité, Trócaire, CAFOD, Fastenopfer, KOO, Misereor e il Segretariato CIDSE. Tutti hanno messo in atto politiche o linee guida per facilitare il proprio lavoro sulle loro impronte ecologiche. Tali strumenti sono documenti dinamici e in evoluzione che vengono regolarmente aggiornati e adattati ai contesti locali/regionali. Alcuni membri forniscono informazioni pratiche dettagliate su come attuare le linee guida, spesso come appendice alla propria politica. Ciò potrebbe includere requisiti specifici per attività o gruppi di prodotti (catering o attrezzature per ufficio), nonché “suggerimenti per l’approvvigionamento” concreti, relativi a prodotti particolari e/o  affitti di locations.

Poiché l’impronta ecologica della rete CIDSE sarà rivista e aggiornata regolarmente, in futuro verranno aggiunte altre pratiche virtuose da parte di altri membri.

Travel Activities Office imageMapResize();

Temi per un’ulteriore riflessione e discussione all’interno della rete cidse

Compensazione delle emissioni  

Alcuni membri del CIDSE hanno pensato a come compensare le (inevitabili) emissioni. Attualmente, alcuni compensano le emissioni inevitabili attraverso apposite organizzazioni di compensazione esterne. Altri scelgono di compensare diversamente, ragionando sul fatto che le proprie organizzazioni già supportano attività “compensative” e che il denaro per la “compensazione”, che potrebbe andare ai propri partner e alle attività ambientali, verrebbe altrimenti speso al di fuori dell’organizzazione. Inoltre, alcuni non vogliono dare l’impressione che la compensazione risolva tutto, cosa che potrebbe comportare un aumento delle emissioni e rischierebbe di compromettere la riduzione complessiva delle emissioni. In aggiunta, vi è la questione del bilanciamento degli effetti negativi e positivi di un’intera organizzazione.

La questione se compensare o meno (e come compensare) non è semplice ed è necessario prendere in considerazione vari aspetti. Tuttavia, è importante che le decisioni sulla riduzione e la compensazione delle emissioni siano discusse internamente, in maniera approfondita, con l’organizzazione o la rete, affinché possano essere supportate da tutti all’interno dell’organizzazione.  

Disinvestimento

Ispirati dall’enciclica Laudato Si’, sempre più organizzazioni e istituzioni cristiane di tutto il mondo non desiderano più investire i loro soldi nel settore dei combustibili fossili, bensì in attività economiche che aiutino a realizzare la transizione verso un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Ciò si basa sulla consapevolezza di avere la responsabilità di raggiungere una transizione rapida ed equa dall’”era fossile” all’energia pulita per tutti, nonché a un’economia a basse emissioni di CO2. Alcuni membri CIDSE si sono impegnati a smettere di investire riserve finanziarie in azioni o fondi che implichino lo sfruttamento di combustibili fossili e ritirare qualsiasi investimento nel settore fossile nei prossimi anni, reinvestendo in sviluppo sostenibile, energia rinnovabile e transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

È giunto il momento di fare il punto sull’attuazione pratica di tali impegni all’interno della rete CIDSE, per imparare dalle diverse esperienze ed abbandonare completamente qualsiasi investimento in combustibili fossili, sviluppando una guida pratica agli investimenti sostenibili e responsabili.  

Impatto sul lavoro con i partner delle misure sulle impronte legate ai viaggi 

Questa domanda di “riflessione e discussione” si collega a una discussione più ampia su ciò che una riduzione dei viaggi intercontinentali potrebbe significare per il lavoro della rete CIDSE e dei suoi membri con partner all’estero. Alcuni membri hanno affermato che diminuire il numero di viaggi intercontinentali per ridurre le emissioni di CO2 avrebbe inevitabilmente un impatto (soprattutto a lungo termine) sul loro lavoro con i partner. Ciò richiederebbe, ad esempio, una maggiore capacità da parte dei partner, nonché il rafforzamento delle risorse e la necessità che i partner svolgano più lavoro rispetto a quanto fatto tradizionalmente dai membri del CIDSE. Si tratta, inoltre, di una discussione che deve coinvolgere i donatori/sostenitori. Spesso insistono per recarsi nei paesi partner, per visite e valutazioni iniziali, intermedie e conclusive. È davvero necessario? Potrebbero essere utilizzati e implementati altri strumenti e procedure per soddisfare gli stessi requisiti? La riflessione e la discussione sull’impatto dei cambiamenti sulle impronte legate ai viaggi di lavoro con i partner è qualcosa che assumerà un’importanza sempre maggiore per la rete CIDSE.  

Impatto ambientale della comunicazione digitale  

La sezione “pratiche virtuose all’interno della rete CIDSE” mostra come molti membri del CIDSE si stiano allontanando sempre più dalla distribuzione di materiali stampati, optando maggiormente per le comunicazioni digitali, ove possibile. Ciò include la creazione delle relazioni annuali in formato digitale; l’archiviazione di materiale online anziché cartaceo; la sostituzione delle trasferte con le videoconferenze, ecc. Tuttavia, anche la comunicazione digitale consuma energia e contribuisce all’impronta ambientale della rete CIDSE. Almeno un membro del CIDSE, ad esempio, sta prendendo in considerazione il consumo di energia dei propri server, nonché modalità per liberare tali server (principalmente in relazione a materiale fotografico e video), in modo da evitare che vi sia il bisogno di aumentare la capacità e l’archiviazione dei server. Si tratta di un argomento che merita maggiore attenzione e rischia di andare al di la’ dell’impronta ecologica all’interno della rete.

Risorse dell'impronta ecologica CIDSE

Politiche per la sostenibilità o linee guida adottate dai membri CIDSE:

Inclusione dell’impronta ecologica nei rapporti annuali delle organizzazioni membri:

Informazioni sull’impronta ecologica dell’organizzazione nei siti web dei membri:

Incoraggiare lo staff, i volontari ed i simpatizzanti a considerare l’impronta ecologica del proprio stile di vita:

Considerare l’impatto ambientale delle attività giovanili

Strumenti esterni che possono essere usati per misurare e monitorare le emisisoni:

Pubblicazioni attinenti CIDSE:

  • L’urgenza climatica: impostare la rotta per un nuovo paradigma: https://www.cidse.org/wp-content/uploads/2018/09/CIDSE-The_Climate_Urgency_Sept_2018.pdf; Questa pubblicazione esplora come un cambiamento di paradigma nei nostri sistemi alimentari ed energetici – sostenuto da uno stile di vita strutturale e dai cambiamenti sociali – potrebbe contribuire notevolmente a limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 °C.

Altre risorse pertinenti:

Volete condividere l’esperienza della vostra organizzazione riguardo il lavoro portato avanti sull’impronta ecologica? o risorse o informazioni supplementari? Contattateci! Giorgio Gotra [gotra(at)cidse.org] o Nicky Broeckhoven [broeckhoven(at)cidse.org]